Post

Visualizzazione dei post da giugno, 2024
 Vi sono vicende nel mondo giudiziario che, detto terra terra, ti fanno andare nel pallone. Qualcosa per cui l’obbiettività operativa nelle procedure rappresenta talvolta una vera e propria variabile indipendente. In special modo in quelle legate all’aleatorietà delle misure di prevenzione, assurdamente finalizzate a prevenire quello che non hai mai fatto e che non hai nessuna intenzione di fare. Ma dove l’arte del grezzo ipotizzare può supplire alla prova del crimine, e conseguentemente al rispetto delle leggi democratiche e costituzionali.  Quando in sintesi manca la prova, ma una serie di congetture fondate sull’arbitrio del potere diventa più che sufficiente per introdursi nei tuoi beni a fini di impossessamento. Similmente, per citare la storia, a quanto avveniva nei tribunali della Roma papale.  Facendo perno oggi, come allora, sul “prezioso soccorso” di pentiti e maldicenti seriali, abiuri e dilaniatori di comodo. Altrimenti noti come conclamati avanzi di galera aspiranti alla l
  Mi rendo conto di avventurarmi in questioni apparentemente di lana caprina, di avere la tigna di spaccare il capello. Il giornalista, sempre citando le mie vicende, scrive in TP24 di una mia “ frustrazione per la ripetuta criminalizzazione dei media, senza solidi fondamenti o riscontri recenti” . Non posso in questo caso che disapprovare affermazioni di tal genere. Parlare di mia frustrazione è una maniera di farla fuori dal vaso da parte del giornalista, che anziché divagare su sentimenti lontani dalla mia psiche, potrebbe affrontare meglio il tema del contendere. Aggiunge e precisa nel contesto di appena un rigo del suo breve concetto: “ senza solidi fondamenti o riscontri recenti” come si trattasse di farina del mio sacco. È il richiamo che mi attribuisce ai riscontri recenti che mi fa sentire turlupinato. Me lo fa dire perché di riscontri ve ne sono di vecchi? A seguito di sentenze che li certificano? Pubblicarne gli estremi sarebbe stato il minimo da parte sua. Sono certo,
  Un mio messaggio o commento di qualche tempo fa di cui non trovo il riferimento. Lo propongo.   Suggerisco a tutti i giornalisti, che da diversi anni si impegnano a descrivermi come contiguo alla mafia e depredatore di Selinunte, di prendere nota dei punti esplicativi al riguardo, contenuti nella sentenza del Tribunale di Trapani emessa il 22 ottobre 2021 e resa pubblica il 26 maggio 2022: Pag. 38 della sentenza Dalle dichiarazioni di Spatola e Calcara “Non si può ritenere raggiunta la prova che GB fosse intraneo all'associazione, atteso che, non solo le dichiarazioni rese dai due dichiaranti sono totalmente difformi, ma anche dal fatto che Spatola fu ritenuto espressamente non credibile su tale circostanza. Tale giudizio è condiviso da questo Tribunale mancando elementi di certezza non solo sull'affiliazione ma anche su specifiche condotte illecite attribuibili a GB in favore di Cosa Nostra in quel contesto temporale.” Ancora in un secondo virgolettato lapidario a
Dal quotidiano on line TP 24 “Importante operazione eseguita dalla Direzione Investigativa Antimafia con il sequestro di beni inestimabili a Gianfranco Becchina”.  Non si capisce se il giornalista conosce bene la definizione di beni “inestimabili”, o, quantomeno, ha la competenza per definirne l’importanza sia in termini di valore venale che di pregio. Lo scrive, plausibilmente per amore delle definizioni altisonanti al pari dei suoi sodali nella professione.  Per definire inestimabili delle antiche anfore di terracotta, che da tempo immemorabile vengono pescate assieme ai pesci nelle profondità marine, prive di alcunché di particolare che non sia il fascino delle concrezioni secolari, ce ne vuole davvero di forzatura. Forse sarebbe opportuno chiarire, per meglio comprendere di cosa parliamo, che dopo l’utilizzo come contenitori di olio, vino e alimenti vari altro non rappresentavano che dei vuoti a perdere.         Nell’antica Roma venivano persino utilizzate come drenaggio nei la
  Debbo constatare con mio grande disappunto che i notiziari delle varie reti televisive, i vari social ed alcune testate giornalistiche, riportano con grande risalto e clamore la notizia di un importante sequestro di alcuni reperti archeologici di valore eseguito dalla Dia di Trapani presso la mia abitazione. La notizia per risultare più interessante è stata arricchita con l'ormai consueta favola della mia vicinanza a Matteo Messina Denaro.   Pur essendo stata acclarata come circostanza “inesistente“ nei pronunciamenti dell’ autorità giudiziaria che ha archiviato queste fantasie in tempi brevissimi. La vicenda del 13 giugno 2024 non è avvenuta nei termini pubblicizzati, e pertanto per amore di verità va riportata in modo corretto. Come ritengo ormai sia abbastanza  noto, nel novembre del 2017 il  tribunale delle misure di prevenzione  di Trapani ha  promosso un procedimento nei miei confronti disponendo il sequestro (provvisorio) dei miei beni, finalizzato, in caso di cond