Debbo constatare con mio grande disappunto che i notiziari delle varie reti televisive, i vari social ed alcune testate giornalistiche, riportano con grande risalto e clamore la notizia di un importante sequestro di alcuni reperti archeologici di valore eseguito dalla Dia di Trapani presso la mia abitazione.

La notizia per risultare più interessante è stata arricchita con l'ormai consueta favola della mia vicinanza a Matteo Messina Denaro.  Pur essendo stata acclarata come circostanza “inesistente“ nei pronunciamenti dell’ autorità giudiziaria che ha archiviato queste fantasie in tempi brevissimi.

La vicenda del 13 giugno 2024 non è avvenuta nei termini pubblicizzati, e pertanto per amore di verità va riportata in modo corretto.

Come ritengo ormai sia abbastanza  noto, nel novembre del 2017 il  tribunale delle misure di prevenzione  di Trapani ha  promosso un procedimento nei miei confronti disponendo il sequestro (provvisorio) dei miei beni, finalizzato, in caso di condanna, alla confisca.

Il procedimento è ancora in corso.

Tra i beni, all’interno della mia abitazione nel 2017, gli agenti nell’effettuare il sequestro preventivo hanno annotato alcuni reperti archeologici e precisamente:
un basamento in marmo di forma triangolare raffigurante una scena mitologica scolpita sul lato principale, nonché tre anfore con concrezioni marine. Tutti reperti rimasti nello stesso posto dove in quell’anno furono visionati dai funzionari dello Stato.

Reperti, quindi, di legittima provenienza acquistati all’estero, importati e sdoganati alcuni decenni prima, presso gli uffici della dogana di Marsala con l’autorizzazione della soprintendenza ai BB.CC. di Trapani.

La stessa autorità giudiziaria, a fronte della documentazione dei reperti prodotta all’epoca ha riconosciuto la legittimità della mia proprietà.

Intanto, sorprendentemente, a distanza di circa sette anni, con evidente ripensamento, la Dia di Trapani ha proceduto ad asportare i detti beni archeologici dalla mia abitazione, dove già si trovavano nel 2017, trasferendoli presso i magazzini della soprintendenza di Trapani non perché di provenienza illecita ma in quanto beni mobili di mia proprietà suscettibili di una custodia ufficiale.

Pertanto ogni riferimento a sequestro di beni archeologici detenuti illegalmente è falso e fuorviante, come altrettanto falso è ogni riferimento a Matteo Messina Denaro. Persona con la quale non ho mai avuto rapporti di alcun genere, in Italia e all’estero, tantomeno telefonici come falsamente si è voluto sostenere. Sempre al riguardo di Messina Denaro tengo a precisare che in occasione del mio rientro definitivo dalla Svizzera Messina Denaro era latitante da qualche anno.

Per ogni altro approfondimento, la lettura degli atti processuali potrebbe arginare molto la curiosità morbosa, finalizzata agli scoop di quei giornalisti fedeli alle veline di paternità investigativa.

 

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