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  Nel momento in cui si ipotizza l'avvento di Mario Draghi nel mondo politico europeo ripropongo  una mia vecchia opinione sul personaggio, governatore all'epoca della Banca D'Italia   Martedì 9 agosto 2011 Il governatore Draghi e la mafia  Non saremo sicuramente in pochi ad esser convinti che la mafia - nei confronti della quale, sia preliminarmente detto a scanso di equivoci, non sto ipotizzando sconti di alcun genere – possa anche avere la funzione di comodo paravento per organizzazioni parallele da essa totalmente autonome, tradizionalmente annidate, in giacca e cravatta, nei punti nevralgici della società in cui viviamo.                                       Una convinzione riaffiorata in me recentemente ascoltando e leggendo di un convegno organizzato alla Statale di Milano, nel corso del quale il Governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, nell’analizzare la crisi economica italiana ne ha attribuito una gran parte di responsabilità alla mafia e alla sua p
     Le contraddizioni alle quali stiamo assistendo con crescente preoccupazione, se viste alla luce delle ripetitive vicende che affondano le radici nel divenire della storia umana non possono sorprendere più di tanto. Si direbbe che tutto avvenga all’insegna dell’ineluttabile. In momenti in cui morte e devastazioni infuriano per ogni dove, i vari soloni che spaziano nell’atmosfera di bellicismo in crescendo non si fanno scrupolo di glissare sulle obbiettive chiavi di lettura, sul perché di queste ed altre tragedie.     Guerre, carestie, migrazioni puntualmente funeste e problemi seri per la sopravvivenza, inducono a considerazioni che vanno al di là della logica spicciola dei tanti commenti infiocchettati di retorica nei salotti televisivi, in un susseguirsi di analisi sciorinate a seconda della bottega di appartenenza. Che poco sfiorano con la giusta fermezza la vera genesi degli avvenimenti così tanto armonica con la rapacità universale.     Si parla di tutto e di più, forti dell