L’uomo impara quel che la storia
insegna?
“La storia insegna che la storia non insegna nulla”
Alessandro Manzoni
Chissà se
Benjamin Netanyahu, affascinato dall’epopea di
Alessandro Magno pensa di ripercorrerne le gesta, mirando a dilagare passo dopo
passo in Medio Oriente. Similmente al grande macedone che lo conquistò per
intero dopo avere sconfitto il Re Dario.
La troppo
prematura morte di Alessandro, alla stessa giovane età che secoli dopo avrebbe
coinciso con quella di Gesù Cristo - ad opera di una micidiale zanzara per
l’uno e della crocifissione per l’altro - ha fatto sì che del suo disegno di
conquista quasi del tutto compiuto, quel che gli sopravvisse si dissolvesse rapidamente
come neve al sole.
La sua strategia
di conquista, sicuramente su consiglio di Aristotele maestro e guida, nel proporsi
da liberatore piuttosto che conquistatore, nulla stravolgendo delle strutture di
governo dei paesi man mano conquistati, fu davvero innovativa. Arrivò persino
ad inglobare i corpi militari sconfitti, pur sempre sotto la sua egida. Non
esitò inoltre a riammettere con la dovuta liberalità la nobiltà a corte.
Così pensava
di consolidare il suo potere ispirato alle lodevoli intenzioni di ordine e
progresso; nella fratellanza dei popoli in una pace perpetua. Ma non ha avuto
il tempo di consolidare la sua ambizione. Venne alla sua morte il tempo dei contrasti
fra i vari eredi non ancora totalmente affratellati; orfani della guida sino ad
allora osannata hanno finito col sabotare il bel sogno con gli immancabili egoismi
tipici della natura umana.
Alla luce di
quel che accade, qualunque siano le velleità di Netanyahu, quale quella di resuscitare
il grande sogno del macedone - zanzara malarica, crepe latenti in casa propria
e disegni perversi permettendo - con la sua politica di aggressione e divisione
verso un mondo pur sempre memore di una grandeur che la sua Israele non ha mai
avuto, non si può che augurargli l’immediato fallimento.
La ferocia con
la quale persiste nell’azione di sterminio totale a cominciare dai bambini
innocenti e più indifesi, in nome dei suoi disegni perversi per una grande
Israele, libera di intrusi grandi e piccini, altro non manifesta che una
sconfinata ammirazione per il Fuhrer nazista. Mostrandosi meritevole del già
conquistato eterno vituperio della storia e delle genti, potendo menare vanto
di saper vendicare un massacro intermedio fra le opposte rivendicazioni con un
ben più grave genocidio.
Commenti
Posta un commento